
I risultati dei primi 9 mesi d’esercizio del marchio salernitano di abbigliamento maschile fondato da Giuseppe Menniti e Romino Marzullo confermano il percorso virtuoso avviato dalla società lo scorso anno, quando l’azienda chiuse il 2021 con una crescita del giro d’affari del 116% ed un’incidenza dell’Ebitda sul fatturato prossima al 15%. Quest’ultimo è un obiettivo che l’azienda campana conferma anche per l’esercizio in corso, in cui intanto comunica una crescita di fatturato del +105% nei primi 9 mesi rispetto al medesimo periodo del 2021. Un risultato trainato soprattutto dal successo linea couture, introdotta sul mercato nella stagione Primavera-Estate 2022.

“La forte richiesta da parte della clientela di prodotti ad alto valore aggiunto sia in termini stilistici sia in termini qualitativi ha portato Barbuti alla decisione di introdurre una linea premium che è andata completamente sold-out prima dei saldi estivi, facendo registrare un significativo incremento degli incassi e del ticket medio”, afferma in un comunicato il CEO Giuseppe Menniti, “a dimostrazione che il nostro consumatore apprezza il rapporto prezzo/qualità che proponiamo su tutta la scala di offerta. Nel medio periodo prevediamo che la linea couture possa arrivare a rappresentare il 30% delle vendite”.
Per le creazioni della linea sartoriale d’alta moda il brand di menswear ha proposto una capsule red-carpet che accosta texture insolite e pattern dal forte impatto cromatico. Il design di ogni capo corre su un sottile filo rosso che unisce tradizione e modernità, decostruendo gli schemi classici del formale per ricomporli alla luce di una visione contemporanea, spiega nella nota l’azienda dal simbolo dell’ippocampo, scelto perché da sempre considerato dalla tradizione un amuleto portafortuna di buon auspicio se una sua effigie viene portata con sé.
Barbuti definisce ormai prossima l’apertura di un suo flagship store nel Quadrilatero della Moda milanese. La boutique (la cui progettazione sarà curata dallo studio MAPA di Perugia che da anni segue lo sviluppo retail del brand) rappresenterà lo store più iconico della rete di circa 20 monomarca di proprietà del marchio campano dislocati lungo la penisola.

“I risultati economici dei primi nove mesi dell’anno sono particolarmente positivi e assumono ancor più valore in quanto conseguiti in un periodo storico particolarmente complesso come quello attuale”, continua il CEO Menniti. “Con l’ampliamento dell’offerta e lo sviluppo retail in corso contiamo di poter mantenere una crescita triple-digit per i prossimi tre anni come già è stato per gli ultimi tre. Con questi obiettivi in mente, stiamo lavorando con grande impegno sul fronte interno per cercare di mantenere inalterata la marginalità senza dover scaricare sul consumatore i rincari occorsi su tutta la filiera”.
Distribuito esclusivamente nei negozi a insegna Barbuti, il marchio di menswear prende il nome da un antichissimo quartiere del centro storico di Salerno, così chiamato dalla lunga barba tipica dei guerrieri Longobardi che vi si insediarono nel VII secolo d.C. e la cui via principale, La Drapparia (oggi Via dei Mercanti), per secoli ha ospitato artigiani e sarti di altissima specializzazione. I prodotti di punta della casa di moda (tra cui le cravatte sette e dodici pieghe) sono ancora prodotti nei laboratori di famiglia in provincia di Salerno.